Terapie Offerte

RESEZIONI METASTASI EPATICHE SINCRONE DA ADENOCARCINOMA COLO-RETTALE

Si stima che dal 20 al 34% dei pazienti con carcinoma del colon retto presenta alla diagnosi metastasi epatiche fin dall’esordio di malattia.
La gestione multidisciplinare del trattamento del carcinoma del colon retto con metastasi epatiche ha rappresentato nel passato un problema decisionale complesso e controverso al quale ancora oggi la comunità scientifica non è riuscita a dare una risposta univoca soprattutto alla luce dei recenti progressi in campo oncologico, chirurgico, anestesiologico e rianimatorio.
Dal punto di vista tecnico, la resezione colica ed epatica possono essere effettuate con un approccio chirurgico combinato (in cui si procede ad exeresi della lesione colica ed epatica in un unico tempo chirurgico) oppure destinate a una exeresi sequenziale “staged approach”. In questo ultimo caso si definisce intervento “colon first” quando l’intervento resettivo sul colon è seguito dalla resezione epatica, “liver first” quanto l’intervento resettivo epatico è seguito dalla resezione colica.

Leggi tutto...

ENDOSCOPIA DIGESTIVA

L’endoscopia digestiva è una tecnica diagnostica e terapeutica che permette di avere una visione diretta degli organi appartenenti all’apparato digerente. Tale indagine permette di verificare se sono presenti alterazioni o lesioni interne e dà la possibilità di effettuare piccoli interventi quali biopsie ed asportazione di polipi, trattamento di emorragie digestive, palliazione di tumori avanzati, elettrocauterizzazioni.
L’endoscopia utilizza specifici strumenti (endoscopi) costituiti da un piccolo tubo flessibile al cui interno vi sono sottilissime fibre ottiche, che vengono inseriti nel corpo attraverso gli orifizi naturali, costituiti da bocca ed ano nel caso dell’endoscopia del tratto gastroenterico.
Gli esami più comunemente eseguiti con questa tecnica sono:

  • Gastroscopia (EGDS) per indagare esofago, stomaco e duodeno
  • Colonscopia per visualizzare il grosso intestino
Leggi tutto...

TERAPIA CHIRURGICA PER COLANGIOCARCINOMA ILARE E TRAPIANTO DI FEGATO

LA RESEZIONE EPATICA

L’asportazione chirurgica del tumore i Klatskin e’ l’unico approccio potenzialmente curativo, quando condotta con margini negativi (resezione R0). La negatività dei margini chirurgici e’ un fattore chiave nell’outcome oncologico del paziente, reperto documentato in numerose serie pubblicate in letteratura. Essa richiede generalmente una resezione del lobo epatico di destra (se la neoplasia si estende verso i dotti biliari di destra) o di sinistra (se la neoplasia si estende verso i dotti biliari di sinistra). Le resezioni isolate della via biliare sono sconsigliabili per l’alto tasso di asportazioni con margini infiltrati da neoplasia. La resezione del lobo caudato inoltre e’ considerata da molti Autori parte integrante della resezione chirurgica.

Leggi tutto...

LAPS

(Laparoscopic microwave Ablation and Portal vein ligation for Staged hepatectomy)
(Ablazione Laparoscopica con Microonde e Legatura portale per Epatectomia in due tempi)

Non sono infrequenti i casi di pazienti che presentino alla diagnosi neoplasie primitive del fegato o metastasi epatiche valutabili in prima istanza come inoperabili, per eccessiva diffusione epatica o per insufficienza di un volume epatico residuo.
La ricerca di nuove strategie per estendere in maniera concreta il numero di resezioni epatiche e il concetto di resecabilità, ha rappresentato una delle più grandi sfide in chirurgia oncologica nel corso degli ultimi trent’anni, con una sempre maggiore attenzione allo studio della rigenerazione del fegato residuo (future liver remnant) tale da minimizzare il rischio di insufficienza epatica post-resettiva. È stato dimostrato che un valore del rapporto tra volume del fegato residuo e peso corporeo < 0,5% è in grado di predire con affidabile precisione un elevato rischio di insufficienza epatica post-resettiva e mortalità post-operatoria.

Leggi tutto...

ALPPS

(Associating Liver Partition and Portal vein ligation for Staged hepatectomy)
(Transezione epatica subtotale e legatura portale per Epatectomia in due tempi)

Non sono infrequenti i casi di pazienti che presentino alla diagnosi neoplasie primitive del fegato o metastasi epatiche valutabili in prima istanza come inoperabili, per eccessiva diffusione epatica (mono o bilobare) o per insufficienza di un volume epatico residuo.
La ricerca di nuove strategie per estendere in maniera concreta il numero di resezioni epatiche e il concetto di resecabilità, ha rappresentato una delle più grandi sfide in chirurgia oncologica nel corso degli ultimi trent’anni, con una sempre maggiore attenzione allo studio della rigenerazione del fegato residuo (future liver remnant) tale da minimizzare il rischio di insufficienza epatica post-resettiva. È stato dimostrato che un valore del rapporto tra volume del fegato residuo e peso corporeo < 0,5% è in grado di predire con affidabile precisione un elevato rischio di insufficienza epatica post-resettiva e mortalità post-operatoria.
In passato sono state descritte numerose strategie al fine di poter rendere operabili pazienti inizialmente non resecabili per estensione di malattia epatica o coinvolgimento di grosse strutture vascolari. Tra queste, sicuramente è prevalso il concetto di resezione epatica in due tempi (two-stage hepatectomy) col chiaro intento di favorire la rigenerazione epatica a distanza tra il primo e il secondo step.

Leggi tutto...

TECNICHE TERMOABLATIVE

L'epatocarcinoma (tumore al fegato) è il quinto tumore più frequente nel mondo.
Nel corso degli anni, per l'epatocarcinoma diagnosticato in stadio precoce, sono state sviluppate tecniche chirurgiche capaci di curare la malattia e prolungare in modo significativo la sopravvivenza del paziente attraverso – per esempio - la resezione chirurgica e il trapianto di fegato.
Un tempo, nei casi in cui il trapianto e/o la resezione epatica non era indicata, i pazienti erano avviati verso un programma di chemioterapia, in particolare la chemio-embolizzazione (TACE, Transcatheter arterial chemoembolization) o più recentemente al trattamento farmacologico con il Sorafenib.
Tali terapie presentano però una limitata capacità di migliorare e prolungare la sopravvivenza, tanto da essere ormai definite come tecniche palliative o terapie «secondarie».
La grande novità degli ultimi anni è stato lo sviluppo della chirurgia in direzione terapeutica, al di là della tradizionale resezione della parte del fegato interessata dal tumore. Un’opzione chirurgica e rivoluzionaria è la Termoablazione tramite Microonde. L’intento di questa tecnica non è limitato alla sola palliazione ma, in casi selezionati, ad un effetto curativo vero e proprio, tanto da costituire una valida ed efficace alternativa alla chemioterapia e chemioembolizzazione per la capacità di assicurare significativi miglioramenti nella sopravvivenza del paziente..

Leggi tutto...

RESEZIONE EPATICA LAPAROSCOPICA

L’approccio laparoscopico nella resezione epatica si sta affermando negli ultimi due decenni in tutto il mondo per la patologia benigna e, negli ultimi anni, anche per i tumori maligni del fegato primitivi e secondari.
Tale approccio “mini-invasivo” comprende la tecnica laparoscopica cosiddetta “pura”, la tecnica “hand-assisted” e l’approccio “ibrido”, che consiste in una iniziale mobilizzazione del fegato per via laparoscopica per poi proseguire e completare la transezione parenchimale attraverso un piccolo accesso laparotomico, che verrà poi utilizzato anche per estrarre il pezzo operatorio.
Nonostante l’approccio “mini-invasivo” abbia preso piede in molti ambiti della chirurgia, nella patologia epatica maligna ha incontrato diverse resistenze dovute in primis alla difficoltà di riprodurre le tecniche utilizzate a cielo aperto per la mobilizzazione del fegato e la transezione del parenchima epatico (e quindi la necessità di una grande esperienza ed abilità sia nella resezione epatica open sia nelle tecniche laparoscopiche), alla difficoltà nel controllo dell’emorragia, al rischio di embolia gassosa conseguente allo pneumoperitoneo e, non ultimi, al rischio di non radicalità oncologica e di “seeding” di cellule tumorali nei siti di accesso della laparoscopia che potrebbero compromettere la sopravvivenza a medio e lungo termine.

Leggi tutto...