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NASH

Circa il 10-20% della popolazione generale è affetta da un problema di “fegato grasso”, cioè da una condizione definita steatosi epatica. Molto spesso la causa di questa patologia non è nota, ma si associa ad altre patologie quali l’iperglicemia e il diabete mellito, la dislipidemia, l’ipertensione arteriosa, l’obesità addominale che nel complesso configurano la Sindrome metabolica. Possiamo quindi parlare di Steatosi epatica non alcolica (Non alcoholic Fatty Liver Disease – NAFLD), una situazione clinica in cui le cellule epatiche vengono sovraccaricate da un eccesso di grassi, in particolare di trigliceridi. A questa condizione apparentemente benigna può sovrapporsi un’infiammazione cronica e un danno a carico delle cellule epatiche, portando alla steatoepatite non alcolica (Non alcoholic Steato-Hepatitis – NASH). La progressione della malattia verso la steatoepatite aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare cirrosi, insufficienza epatica, ed epatocarcinoma (HCC).


La prevalenza della steatosi epatica non alcolica è duplicata negli ultimi 20 anni, e NALFD e NASH sono ormai la prima causa di malattia epatica nei Paesi Occidentali.
La cirrosi sviluppata su NASH è un’indicazione al trapianto di fegato sempre più frequente: nel 2013, rappresentava la seconda patologia da cui erano affetti i pazienti in lista d’attesa per trapianto di fegato negli USA, subito dopo la cirrosi causata da infezione virale HCV. Nel prossimo futuro, ci si aspetta che NALFD e NASH diventino l’indicazione al trapianto di fegato più comune.

SINTOMI

Nella maggior parte dei casi, la caratteristica clinica della steatosi epatica è la sua assenza di sintomi. Molto spesso si associa al sovrappeso corporeo e talora i pazienti lamentano un senso di malessere generali, dolori addominali aspecifici al quadrante addominale superiore destro e disturbi della digestione.

DIAGNOSI

La diagnosi è spesso casuale. La steatosi epatica dovrebbe essere sospettata ogniqualvolta un paziente sia affetto da sindrome metabolica, diabete mellito, obesità, apnee del sonno.
Possono orientare verso la corretta diagnosi i seguenti esami:

  • Esami ematochimici: la NALFD si accompagna spesso a un aumento delle transaminasi (AST/ALT), della fosfatasi alcalina, delle gammaGT, e a livelli di colesterolo e trigliceridi eccedenti la norma.
  • Ecografia addominale: è il test di screening più usato per diagnosticare la steatosi epatica.
  • Risonanza Magnetica (RMN)
  • Biopsia epatica: è l’unico esame che consente una diagnosi certa, istologicamente provata. Non tutti i pazienti con diagnosi ecografica di steatosi vengono però sottoposti a biopsia; essa è utile per confermare la presenza di NASH, valutare lo stadio della patologia, e per escludere altre diagnosi in caso di citopenia (riduzione delle cellule ematiche circolanti), aumento di dimensioni della milza (splenomegalia), segni di malattia epatica avanzata, diabete associato a persistente elevazione delle transaminasi, aumento delle dimensioni del fegato (epatomegalia) inspiegato.

Sarà inoltre necessario effettuare gli esami del sangue necessari per escludere altre cause di malattia epatica, di origine virale, autoimmune, genetica, o associata all’assunzione di farmaci.
In caso di progressione di malattia verso uno stadio avanzato, il paziente potrebbe presentare altri segni clinici come ittero, angiomi cutanei, eritema al palmo delle mani, disturbi della concentrazione (encefalopatia epatica), aumento del peso corporeo e della circonferenza addominale per lo sviluppo di ascite.

TERAPIA

Al giorno d’oggi, non esiste un farmaco specificamente studiato per risolvere NAFLD e NASH. Modificare i propri stili di vita scorretti è il provvedimento terapeutico più efficace per bloccare la progressione di malattia.

  1. Trattamento delle patologie associate: è raccomandato il controllo appropriato dell’iperglicemia e della dislipidemia.Diversi studi dimostrano che i farmaci insulino-sensibilizzanti, come la metformina, e altri farmaci ipoglicemizzanti orali, hanno migliorato sia le alterazioni ematiche sia le alterazioni istologiche nei pazienti affetti da NALFD.
  2. Perdita di peso
    - dieta l’obiettivo è perdere il 5-10% del peso corporeo, riducendo del 25% l’apporto calorico giornaliero del paziente;
    - esercizio fisico è opportuno effettuare esercizio fisico 3 o 4 volte a settimana, raggiungendo una frequenza cardiaca pari al 60-75% del massimale (calcolato in base all’età del paziente);
  3. L’efficacia della dieta e dell’esercizio fisico viene valutata dopo un periodo di circa 6 mesi; se risultassero insufficienti, sarà necessario valutare altre opzioni terapeutiche;
    - chirurgia bariatrica: può essere un beneficio per i pazienti affetti da obesità patologica.
  4. Farmaci antiossidanti: Vitamina E e altri antiossidanti sono tuttora usati come terapie sperimentali.

L’obiettivo primario nella terapia della NASH è ridurre l’eccesso ponderale.
Qualora la malattia progredisca verso la cirrosi e l’insufficienza epatica, il miglior trattamento da offrire ai pazienti è il trapianto di fegato, che risulta necessario per il 30-40% dei pazienti affetti da cirrosi NASH-correlata.

PROGNOSI

La steatosi epatica è una condizione di per sé benigna; tuttavia, il 15-20% dei pazienti affetti sviluppa steatoepatite non alcolica (NASH), una condizione a maggior rischio di progredire verso la cirrosi epatica.
Si stima che circa il 10-20% dei pazienti affetti da NASH sviluppino cirrosi epatica. Questo sottogruppo è altresì a rischio di sviluppare epatocarcinoma (HCC).

BIBLIOGRAFIA AGGIORNATA

 

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Fegato Chirurgia, Via Giustiniani 2, Padova